domenica 21 aprile 2013

Sebino, il mistero della macchia sul lago


Una settimana fa gli abitanti dell'alto lago d'Iseo si sono svegliati con una bruttissima sorpresa: una chiazza molto grande (il diametro è di circa tre chilometri) sulla superficie del lago.
La macchia, composta da microresidui rossastri galleggianti a tratti schiumosi e a tratti filamentosi, si è poi spostata verso sud, verso Montisola per intenderci, ed ora è visibile solo dalle barche.
L'allarme è stato dato dal presidente di Legambiente Basso Sebino, Dario Ballotta, e subito si sono attivati ARPA, Protezione Civile e i sindaci dei paesi vicini a questa chiazza.
Sono iniziate poi le polemiche, in particolare si è assistito ad uno scambio di accuse tra Ballotta ed il sindaco di Pisogne, Oscar Panigada: secondo il presidente di Legambiente infatti, la macchia sarebbe causata dal malfunzionamento della nuova e costosa rete fognaria, che avrebbe fatto in modo di mescolare insieme scarichi fognari e scarichi industriali illeciti; Panigada respinge le accuse, supportato in parte dalle analisi effettuate dalla Protezione Civile in settimana in corrispondenza dello sfioratore di Pisogne, dalle quali non risulterebbero valori anomali o guasti di qualche tipo. Il primo cittadino ci tiene invece a far notare che forse non si sarebbe arrivati ad una situazione d'emergenza di questa entità, se Ballotta avesse da subito contattato le autorità, al posto di mandare foto ai giornali per fare polemiche gratuite.
Accuse incrociate a parte, certo è che le analisi chimiche e batteriologiche effettuate dall'ARPA nella giornata di mercoledì non hanno prodotto risultati degni di nota, se non che si evidenzia l'assenza di alghe; e visto che l'ipotesi delle mucillagini, gonfiate di nitrati e cresciute grazie al caldo improvviso scoppiato in settimana, era quella che andava per la maggiore (anche perché era già successo due anni fa), ci si ritrova al punto di partenza.
Che le piogge incessanti e copiose delle scorse settimane abbiano smosso il fondale? Se la stazione galleggiante corna trentapassi non fosse fuori uso, ci sarebbero dati preziosi su temperature e correnti che potrebbero aiutare a dare delle risposte.
La paura è che questa chiazza rappresenti un danno non solo a livello ambientale, ma anche a quello turistico, e che gli abituali frequentatori del lago d'Iseo decidano di andare altrove; per questo speriamo che il mistero della macchia sul lago venga al più presto svelato.

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