Il Moscato di Scanzo è un vino DOCG
con tradizione antichissima, di cui si hanno testimonianze scritte già a
partire dal 1347: viene infatti in quell'anno menzionato un lascito di
Moscato bergamasco da parte di Alberico da Rosciate a beneficio di
Jonolo de Priatini.
In realtà gli
storici datano il Moscato all'epoca degli Atestini (1000 a.C. ca),
quando Ateste, in fuga da Troia, colonizzò la zona di Este e si spinse
fino al fiume Serio, ponendo in esso i confini delle sue terre.
Il
Capitano di Venezia Giovanni da Lezze scrive che gli Atestini fondarono
il villaggio di Ros (mazzo d'uva in greco), che con l'aggiunta del
celtico ate (villaggio) divenne Rosate, oggi Rosciate.
Il nome Scanzo
deriva invece dalla famiglia Scantii, da cui proveniva il centurione che
era a capo di un accampamento stabilito da Caio Giulio Cesare nella
zona. Scanzo e Rosciate vennero uniti in un unico comune nel 1600, per
poi essere ancora divisi dopo qualche anno; la fusione definitiva risale
al 1927, e al paese venne assegnato il nome di Scanzorosciate (BG).
All'architetto
Giacomo Quarenghi è dovuta l'espansione del mercato del Moscato in
Russia: lo portò infatti come dono alla zarina Caterina II; da qui la
fama lo portò fino al mercato londinese (il Moscato veniva quotato alla
Borsa di Londra nel 1850, unico vino italiano), e si dice fosse il vino
più caro del mondo. Ancora oggi un socio produttore è fornitore della
Real Casa d'Inghilterra.
La coltivazione del Moscato di Scanzo oggi è consentita solo nella fascia collinare del Comune di Scanzorosciate.
La vendemmia avviene successivamente a quella delle altre tipologie di vino, solitamente verso ottobre; le uve accuratamente selezionate (ogni ettaro può produrre al massimo 6 tonnellate d'uva), vengono fatte appassire per circa 40 giorni in ambienti molto areati ed asciutti.
La vendemmia avviene successivamente a quella delle altre tipologie di vino, solitamente verso ottobre; le uve accuratamente selezionate (ogni ettaro può produrre al massimo 6 tonnellate d'uva), vengono fatte appassire per circa 40 giorni in ambienti molto areati ed asciutti.
Quindi avviene la
pigiatura, una delle fasi fondamentali del processo di produzione del
Moscato,che dura 5 giorni e origina un mosto carico di zuccheri e di
aromi; in seguito si hanno la svinatura ed il travaso in un'ulteriore
vasca.
Infine il mosto
viene posto in recipienti di acciaio inox o vetro per fermentare, e
successivamente viene illimpidito, travasato ed affinato;
l'invecchiamento dura circa due anni dalla vendemmia.
Il Moscato di Scanzo
è un vino di colore rosso rubino carico, molto profumato, speziato, con
sapori che vanno dalla prugna ai frutti di bosco, dalla rosa canina
alla salvia; il retrogusto, come per tutti i moscati, è amarognolo.
Unico DOCG della
bergamasca, ed uno dei 5 nell'intera Lombardia, è tutelato fin dal 1993
da un Consorzio che deriva da quella che era l'Associazione dei
Produttori del Moscato di Scanzo.
Consigliamo una visita al sito http://www.consorziomoscatodiscanzo.it/home.php?pagina=consorzio
per informazioni ulteriori sul vino stesso, sui suoi produttori e sugli
eventi che di volta in volta vengono organizzati per la promozione del
Moscato.